La riforma scolastica attualmente in vigore nasce dalla legge 107/2015, denominata “La Buona Scuola”. La legge prevede dai commi 33 ai commi 43 la c.d. “Alternanza scuola-Lavoro”. Quest’ultima inserisce e disciplina un nuovo rapporto tra le scuole secondarie superiori di 2° livello (Licei e Istituti tecnici) e il tessuto socio-economico e culturale del territorio, dove operano le scuole. Queste norme disciplinanti hanno lo scopo di aprire le scuole al territorio, offrendo anche agli studenti dei licei la possibilità di osservare il mondo del lavoro e colmando un deficit di conoscenze i loro omologhi degli istituti tecnici.
L’alternanza è aperta agli studenti dal 3° anno di scuola superiore in poi, che devono obbligatoriamente svolgere le 90 ore attualmente previste. Queste comprendono una quota minore di ore dedicate al diritto del lavoro e alle norme di sicurezza da seguire nei locali della scuola. Sono previste assenze giustificate fino al 20% di questo monte ore, mentre l’esperienza vissuta dell’alternanza diviene materia di esame obbligatoria del valore attuale di 7 punti totali. Inizialmente, le ore previste erano di 200 ore per i licei e 400 per gli Istituti tecnici, mentre dal 2018 le ore sono state ridotte rispettivamente a 90 e 200. Una delle difficoltà dell’Alternanza scuola-lavoro è che la legge prevede un ruolo ambiguo per gli studenti, in particolare quelli liceali, essendo considerati degli osservatori più che dei lavoratori veri e propri. In alcune attività, però, questo confine all’apparenza così netto, diviene molto labile, rischiando di snaturarsi. Inoltre, il progetto di alternanza deve tenere conto dell’indirizzo di studi della classe coinvolta e delle indicazioni del consiglio di classe. Un altro elemento è la natura della classe, le cui dinamiche sociali interne possono anche costituire un ostacolo per l’ente esterno, mentre la capacità di apprendimento degli studenti è uno degli aspetti fondamentali per la riuscita del progetto. In questo senso, altrettanta importanza ha coinvolgimento emotivo degli studenti stessi che in quel progetto ci devono credere. Non ultimo, sono fondamentali l’obiettivo o gli obiettivi che l’associazione vuole ottenere da questa collaborazione. Un elemento frenante è costituito dalle spese che l’alternanza produce a fronte di risorse economiche scolastiche ridotte e limitate ad alcune voci quali la cancelleria.
In questo contesto così complesso e mutevole, l’Associazione “Stili di Vita” vi entra nel 2015, poiché il suo presidente Sanfilippo è fermamente convinto che le scuole siano un serbatoio di giovani risorse con idee e motivazioni che gli adulti mantengono difficilmente nel corso del tempo. La prima collaborazione è con il Liceo di Scienze umane, linguistico, economico-sociale, musicale e coreutico “Regina Margherita”, la seconda con il Liceo di Scienze umane e linguistico “Danilo Dolci”. L’obiettivo dell’associazione è di selezionare possibili volontari futuri tra questi studenti, in grado di sostenere parte delle attività sul campo, di sperimentare un nuovo approccio alla malattia, di attirare loro coetanei con diabete e di ricavare idee innovative per nuove attività. Nonostante le difficoltà di adeguamento agli obblighi di legge, di rispetto di regole a volte poco chiare e di interpretazioni restrittive, si crea un’ottima collaborazione con entrambe le scuole, con i tutor scolastici e con la maggior parte delle classi. Da queste collaborazioni, nasceranno 9 progetti con risultati più che positivi, come l’Apicio, il Valletta, il Palermo Felix, il Mellitha, il Good Night and Good Luck, lo Janusz Korczak e il Neptune.
Nei primi tre anni, la Stili di Vita ha impiegato 160 ore per classe al Liceo Regina Margherita per l’ente suddivise in 70 ore per due anni e l’ultimo di 20 ore, mentre la scuola ha tenuto per sé le ore 40 ore restanti. Tenuto conto che i corsi sono stati 2, sono state impegnate 320 ore per il solo Regina Margherita. Al liceo Danilo Dolci, nello stesso periodo, l’associazione ha impegnato 150 ore per classe. Essendo state seguite 2 due classi equivalenti, sono state impegnate altre 300 ore. Tuttavia, per ogni ora di alternanza, ci sono 15 minuti che il nostro ente impegna come tempo tra organizzazione delle iniziative, preparazione di test e delle relazioni nonché la compilazione della documentazione scolastica. Perciò, alle 150/150 ore previste per le attività di alternanza nella Stili di Vita, vanno aggiunte altre 93 ore non rimborsate. A questa montagna di ore, sottratte all’attività dell’associazione, vanno aggiunte anche le perdite dell’investimento dovuto alle scelte arbitrarie delle scuole. Queste ultime permettono lo spostamento dei suoi studenti da parte dei loro insegnanti verso altri progetti senza tenere conto del lavoro svolto dalla nostra associazione. Ciò indebolisce i percorsi intrapresi e costringono ad una continua modulazione delle azioni che non aiutano gli stessi studenti rimanenti. Dopo tutte queste traversie e fatiche, la Stili di Vita cosa ha ottenuto? A fronte di questi investimenti notevoli, l’Associazione ha creato i primi percorsi turistico-sanitari documentati e dedicati alle persone con diabete insulino-dipendenti o insulino-trattati in Sicilia. A questo, va aggiunta l’affermazione di un nuovo approccio alla persona con diabete rispetto alle concezioni medico-centriche tutt’ora in uso. In questo caso, le azioni sono incentrate sulla valorizzazione della persona, restituendole centralità. Il diabete resta sullo sfondo come elemento condizionante, ma non decisivo e questa filosofia resta, finora, unica nel panorama diabete. Inoltre, sono emerse criticità alimentari nelle fasce infantili dovute alle pessime abitudini familiari e ai ritmi lavorativi che non permettono stili di vita più attenti grazie all’impegno di una delle classi di Scienze umane impegnate. Inoltre, l’associazione ha ottenuto l’iscrizione di nuovi soci giovani con diabete e la creazione di un potenziale serbatoio di volontari veterani senza diabete che collaboreranno già dal 2019 con l’associazione.
La genesi dei progetti realizzati al Liceo “Regina Margherita”
Durante il primo anno di alternanza, l’anno scolastico 2015/2016, sia le scuole sia il nostro ente si sono ritrovate alle prese con classi nel caos grazie alle mutevoli disposizioni del Ministero sull’alternanza. La Stili di Vita si è ritrovata una classe del Liceo di Scienze umane, linguistico, economico-sociale, musicale e coreutico “Regina Margherita”, indirizzo linguistico, l’allora terza Z, che aveva seri problemi interni di disciplina. Questa classe, già incontrata in precedenza dal presidente in un’altra occasione, era stata motivata a partecipare al progetto di volontariato dell’associazione da parte dei suoi insegnanti. Questi ultimi ritenevano che l’aiuto al prossimo potesse aiutare questi studenti nel loro percorso di maturazione personale. Il presidente Sanfilippo, così, si è trovato quasi 60 i ragazzi frequentanti, appartenenti a 2 indirizzi diversi di due scuole diverse (Indirizzo linguistico al “Regina Margherita” e scienze umane al liceo “Danilo Dolci”). Di fronte a questo, il presidente ha dato la medesima preparazione a tutti i partecipanti, senza distinzioni tra corso di scienze umane e quello di linguistico. Il programma svolto comprendeva una conoscenza teorico-pratica del diabete in tutte le sue forme con un’attenzione particolare al diabete di 1° tipo, simulazioni e quiz per valutare la preparazione degli studenti. Per gli studenti del linguistico, però, si poneva il problema che tale programma non permetteva di sviluppare appieno le loro competenze linguistiche e che non li coinvolgeva appieno.
Mentre il presidente Sanfilippo studiava queste problematiche, l’anno successivo, il 2016/2017, l’Associazione Stili di Vita si trova altre 2 classi del Liceo “Regina Margherita”, sempre di indirizzo linguistico, parte della quarta V e la quarta LX. Queste classi sono state coordinate rispettivamente dalla prof.ssa di Educazione fisica, Giuseppina Tarallo (già coordinatrice della quarta Z), e dalla prof.ssa di Scienze naturali Clara Santoro. A questo punto, le classi Z e LX sono a indirizzo anglo-franco-spagnolo, mentre la V è a indirizzo anglo-franco-tedesco. Al problema dell’insegnamento del volontariato nel mondo del diabete in questi indirizzi, si sommava la complessità delle classi stesse, assai divise al loro interno. Oltre a questo, la preparazione era completamente diversa tra le vecchie e nuove classi, a tal punto da richiedere una pausa per parificare le conoscenze di entrambe. In ultimo, era stato ottenuto un contatto con l’associazione diabetici maltese grazie ad una studentessa della Z, Chantelle Tomasini, da cui era nato uno scambio giovanile tra le due realtà. Applicando delle tecniche di formazione con l’aiuto di una consulente esterna, le due nuove classi hanno mostrato una capacità di apprendimento e di coinvolgimento imprevisti. In breve, hanno creato un sodalizio tale da farli costituire in un gruppo unico e preparato ancor di più dell’altra classe, interiorizzando i principi del volontariato e le complessità del mondo diabetico. Inoltre, lo scambio di opinioni tra le classi e il presidente, ha permesso la risoluzione del primo problema, quale obiettivo ottenere per queste classi del linguistico. Uno studente della LX, Alessandro Di Liberto, ha, così, ipotizzato un percorso mirato alle esigenze del paziente insulino-dipendente o insulino-trattato.
Lo studente ha previsto, durante i percorsi, delle pause cadenzate, in modo che gli escursionisti con diabete potessero essere vicini ad un bar o ad un locale, così da fronteggiare un’eventuale ipoglicemia. Inoltre, i percorsi sono stati arricchiti con informazioni storico-artistiche sui monumenti presenti. Il tutto è stato descritto in lingua straniera, così da poter essere compreso anche da stranieri con diabete in visita alla città che si prevedeva che non sarebbero mancati in futuro. La quarta Z, invece, ha rallentato parecchio, tanto da accodarsi alle due classi contemporanee. Di tali percorsi le due classi LX e V ne hanno preparati 5, rispettivamente a Palermo, a Monreale, a Misilmeri e a Ciminna, mentre l’altra ne ha elaborati altri 4 concentrati su Palermo. Inoltre, alcuni studenti si erano offerti volontari come guide, utilizzando le loro conoscenze in inglese per ricoprire anche il complesso compito di interpreti in vista dell’arrivo dei giovani maltesi con diabete. Poi, tutti i percorsi elaborati dalle classi LX e V, sono stati collaudati dal presidente in persona, dimostrando la fattibilità dei percorsi, in alcuni casi coinvolgendo anche altre persone con diabete. Inoltre, il lavoro svolto dalle due classi ha permesso di aprire la strada ai loro omologhi del Liceo “Danilo Dolci” impegnati nel progetto “Neptune”, permettendo la prima collaborazione interscolastica.
Alla conclusione del progetto “Neptune”, entra in azione il “Palermo Felix” che completa il percorso di alternanza scuola-lavoro delle classi del Liceo Linguistico. Questo progetto s’incentra sulla creazione di percorsi mirati ai monumenti ancora esistenti a Palermo dello stile Liberty, da aggiungere a quelli più medioevali-barocchi del “Valletta”. Non a caso, il nome prede spunto dal periodo più felice di Palermo dal Medioevo, avvenuto durante l’epopea dei Florio. Stavolta, tutte e tre le classi, ormai al quinto anno, svolgono un lavoro proprio sui medesimi percorsi, vista l’esiguità delle ore rimaste. Così, 2 percorsi si aggiungono agli altri otto creati, offrendo alla città d Palermo anche questo contributo nell’anno della sua elezione a capitale culturale d’Italia. Infine, per l’impegno, per la lealtà e per le capacità mostrate, le classi V e LX saranno premiate il 30 maggio con le medaglie di 2° (la Ettore Santonocito) e 3° classe (la Fabio Chianello), insieme ai loro omologhi del Liceo “Danilo Dolci”. Una citazione particolare va fatta alle coordinatrici di classe, le già citate professoresse Giuseppina Tarallo e Clara Santoro, cui va aggiunta la professoressa d’Italiano del corso Z, Pina Catalanotto, che hanno continuato ad appoggiare i progetti senza risparmio. Al contrario, la classe V° Z, eccetto pochi, perderà tale onore per la slealtà mostrata pochi mesi prima contro tutte le previsioni e il loro lavoro sarà distrutto alla fine dell’esame di maturità. I percorsi elaborati sono attualmente 9 e sono conosciuti col nome di chi li ha elaborati (Vedi voce successiva).
La genesi dei progetti realizzati al Liceo “Danilo Dolci”
Dopo la presentazione dei progetti di alternanza al Liceo di Scienze umane e linguistico “Danilo Dolci” da parte delle associazioni, iniziativa promossa presso il Cesvop dal presidente Sanfilippo, si era formato un primo gruppo di studenti interessati. Una volta avviate le attività, dopo mesi di stop per motivi burocratici, si sarebbero si sarebbero aggiunte, in seguito, altre classi e studentesse, rimaste scoperte cioè senza progetti. In particolare, un’intera classe del Liceo, l’allora 3° I di Villabate era rimasta completamente scoperta, perciò il suo iniziale coordinatore Putano aveva chiesto aiuto al nostro presidente. Ciò lo ha costretto ad attivare altri due corsi per pareggiare la preparazione, impegnandolo fino ai primi di luglio.
Il programma svolto per tutti gli studenti comprendeva dei giochi preliminari di gruppo per conoscere gli studenti in campo. Poi, il corso continuava, fornendo una conoscenza teorico-pratica del diabete in tute le sue forme, con un’attenzione particolare al diabete di 1° tipo, simulazioni e quiz così come accadeva ai loro omologhi del Regina. Dopo alcune difficoltà avute nella segreteria del Liceo per un disguido tra i coordinatori e la medesima segreteria, risolta per l’impegno personale del presidente, il corso ha potuto riprendere. Mentre la quarta I si dedicava al progetto Janusz Korczak, gli altri studenti si sono trovati in difficoltà. Per questi ultimi, andava bene restare nell’ambito dell’aiuto al paziente con diabete, ma essendo un’associazione piccola, la Stili di Vita non ne aveva molti. Le attività erano pensate per pochi studenti, non per i 50 che ci si era trovati, di cui molti veramente motivati. Inoltre, la richiesta di collaborare con l’Asp 6 per gestire gruppi di persone con diabete in terapia psicologica era stata lasciata lettere morta dai responsabili di questo settore. Inoltre, a inizio anno, per decisione dei propri coordinatori, alcuni ragazzi del corso erano stati sottratti al progetto indebolendo il corso. Eppure, a venire in aiuto di questi studenti, sarebbero stati i loro omologhi del “Regina Margherita” con l’avvio dei rapporti con l’associazione diabetici maltese e con l’aiuto logistico durante lo scambio. Infatti, il progetto Neptune (dall’antico nome del Dio del mare comune venerato da entrambe le isole prima della conquista romana) nasce nel 2017 dall’esigenza di accogliere la comitiva diabetica maltese che avrebbe visitato Palermo a luglio 2017. L’occasione si presentava favorevole per offrire loro un’alternativa diversa dal concentrarsi esclusivamente sul diabete.
Gli ospiti maltesi sono arrivati a Palermo a fine luglio per 6 giorni. Dopo aver accolto la comitiva all’aeroporto, accompagnata dall’allora Presidentessa Ann Zammit Macleon, dall’infermiera Moira Trixi e dal medico Christina Maria Bajda, gli ospiti sono stati portati in un ostello religioso, dove sono stati ospitati fino al giorno della partenza. Di Palermo sono stati visitati i monumenti più importanti, grazie ai tragitti già preparati anche se non metodicamente seguiti, lasciando spazio all’improvvisazione. Tuttavia, il monumento più gradito è stato un centro commerciale, poiché questi edifici sono di dimensioni molto contenute a Malta ed è un ambiente fresco in piena estate. La testimonianza del grado di aggregazione raggiunto è fornita dalla perfetta assimilazione di un paziente con spettro autistico al gruppo. Non è mancata l’assistenza medica quando necessario, in particolare durante i pasti, durante i quali il nostro cibo ha messo in crisi la loro conta dei carboidrati, non essendoci niente di equivalente a Malta. È stata anche un’occasione di confronto tra i due sistemi sanitari, individuando molte difficoltà comuni riguardanti l’assistenza. Il sistema maltese deve tenere conto della scarsezza di risorse dovuto alle dimensioni dell’isola che, pur essendo ricca, presenta un sistema sanitario anglosassone, dove il grosso delle spese è a carico dei pazienti. Il microinfusore è rifiutato dalle autorità sanitarie perché troppo costoso, mentre era aperta una dura battaglia per l’assegnazione gratuita del freestyle Libre. Per sopperire alla mancanza di strumenti moderni di autocontrollo e monitoraggio con un approfondito addestramento, che, però, non è sufficiente. A confronto, la nostra realtà è molto più sicura e garantita, potendo contare su un continuo aggiornamento tecnologico che non è così scontato fuori dall’Italia. Anche le risorse a disposizione dei pazienti sono abbondanti rispetto a quelle maltesi. Ciò ha fatto riflettere molti su aspetti dati per scontati ma che scontati non sono, quale quello che, pur con mille difetti, il nostro sistema sanitario garantisce dei servizi e delle prestazioni superiori rispetto a quelli di altri Paesi, anche vicini. Infine, queste esperienze si concluderanno a Malta nel 2018 con il progetto Mellitha, quando i partecipanti siciliani, guidati dal presidente Sanfilippo, si riuniranno con i loro coetanei nell’Isola dove resteranno per 6 giorni, seguendo la stessa filosofia messa in atto col Neptune.
Per il lavoro svolto e per la lealtà dimostrata dai partecipanti nonostante le pressioni contrarie venute dalle scuole, tutti gli studenti delle classi, eccetto una del Regina Margherita, hanno ottenuto la medaglia di terza classe “Fabio Chianello” della nostra associazione. La quinta I, insieme all’insegnante Giambanco, si è impegnata a promuovere una forma fattiva di prevenzione al diabete, poi concretizzatasi nella sostituzione di parte dei distributori di merendine con alcuni spremiagrumi, assai più salutari. La classe e l’insegnante hanno ricevuto la medaglia di prima classe, la “Renzo Meo” per aver contribuito a salvare delle vite, impedendo per un lungo periodo di tempo l’uso di merende grasse e zuccherate.