L’essere umano è nato per il movimento, perché fin dagli albori della sua vita si è dovuto procurare il cibo attraverso al caccia e la raccolta dei frutti spontanei e degli ortaggi commestibili. In seguito, è divenuto stanziale, imparando a coltivare i frutti della terra e ad allevare animali, cosa che ha richiesto un diverso tipo di lavoro, più di fatica e di resistenza che di movimento. Poi, con l’avvento della rivoluzione informatica, la sia vita lavorativa è divenuta improvvisamente sedentaria, mettendo fiori causa migliaia di anni di evoluzione. Questo cambio di lavoro ci ha reso più sedentari, favorendo l’obesità e disabituandoci all’attività all’aperto, condannando i nostri muscoli all’atrofizzazione. Ora, questa mancanza di attività fisica, spesso non recuperata a casa, favorisce l’insulino-resistenza e l’obesità, aprendo le porte al diabete. Eppure, l’attività fisica permette di smaltire parte del cibo che mangiamo, elimina tossine e aiuta la digestione. Tutto ciò contrasta lo sviluppo del diabete di tipo 2 e protegge a lungo dalle complicanze e degenerazioni dei tessuti chi lo è divenuto in tutte le forme conosciute.
Secondo l’Oms, sono sufficienti 30 minuti minimo di camminata semplice al giorno per mantenerci in forma, di più sì, di meno no. Occorre organizzare il proprio tempo per ritagliarsi del tempo per un minimo di attività fisica domestica. Se, poi, è necessaria un’attività più intensa o si vuole un’attività più impegnativa, occorre rivolgersi al medico sportivo per stabilire il tipo e le modalità. L’attività fisica si divide in aerobica e anaerobica, dove la prima richiede uno sforzo moderato per un medio/lungo periodo di tempo, mentre la seconda richiede sforzi intensi di breve durata. Dal punto di vista diabetico, il movimento fa consumare glucosio, la cui quantità diminuisce nel sangue. Perciò, occorre ricorrere a zuccheri semplici che impediscano un crollo della glicemia non appena i livelli si abbassano improvvisamente o costantemente. Gli effetti dell’attività fisica intensa e prolungata di tipo aerobico si avvertono per le 6 ore successive l’impegno, mentre quella anaerobica si fanno sentire più a lungo, fino a 12 ore. La persona con diabete, in particolare di tipo 1, può svolgere tutti gli sport, anche se quelli estremi come alpinismo e subacquea richiedono attenzioni e un addestramento maggiori sotto strettissimo controllo medico.