Il diabete gestazionale interessa le donne che hanno una glicemia alta in gravidanza, mettendo a rischio il nascituro. Questa forma di diabete è una delle poche reversibili, poiché tale situazione dura fino alla fine della gravidanza, per poi sparire. Tuttavia, il suo insorgere indica una possibile predisposizione al diabete di tipo 2, perciò non va sottovalutata. Come tutte le altre forme di diabete, anche questo agisce in modo silente. Tuttavia, possono evidenziarsi sintomi, come l’eccessiva sete, il bisogno di urinare spesso, i disturbi della vista e le infezioni frequenti di candidosi e le cistiti. È sufficiente far fare un controllo della glicemia per individuarla in caso di dubbi, ma se vi sono già state persone affette da questa malattia in famiglia, la neo paziente potrebbe essere controllata costantemente in forma preventiva. Tra la 16° e la 18° settimana di gravidanza, le donne devono essere sottoposte a indagini accurate se presentano uno dei seguenti fattori di rischio, quali diabete gestazionale in precedenti gravidanze, obesità e valori glicemici che vanno da 100 a 126 mg/dl. Poi tra la 24° e la 26° settimana le donne devono sottoporsi a visita se presentano uno dei fattori di rischio di seguito elencati, quali familiarità al diabete, età della gestante superiore ai 34 anni e figli di più di 4 kg di peso. I valori indispensabili da cercare sono la glicemia a digiuno e l’emoglobina glicosilata, che indicano che la donna è a rischio di aborto se sono alterati. In caso di diabete gestazionale, esistono varie correnti di pensiero sul trattamento da portare avanti, anche se il più accreditato prevede l’uso dell’insulina. Secondo i dati dell’IDF, una donna su 6 al mondo è colpita da questa forma di diabete, e il dato potrebbe aumentare. In conclusione, il diabete in gravidanza è controllabile fintantoché si dispone di cure adeguate, altrimenti diviene un problema per la neo-mamma e il nascituro.