Il diabete LADA (dall’ingl. Latent Autoimmune Diabetes in Adults-Diabete autoimmune latente nell’adulto) è una forma di diabete dai contorni ancora misteriosi. Infatti, la sua azione è differente dal classico diabete di tipo 1, poiché la glicemia tende a mantenersi a lungo su valori costanti. Ovvero, appare una glicemia lievemente più alta della media, poi confermata da ulteriori accertamenti. I medici stessi, spesso, lo confondono per un diabete di 2 tipo e lo trattano di conseguenza, mirando a curare l’alimentazione e a prescrivere attività sportiva e ipoglicemizzanti orali. Questo errore si scopre, in genere, quando la produzione insulinica degrada velocemente dopo 2/6 anni, portando i medici a prescrivere la terapia insulinica. Secondo alcuni ricercatori e studiosi del fenomeno, in realtà questa è una forma di diabete di tipo 1° nell’adulto tra i 30 e i 50 anni, non a caso denominato diabete tipo 1.5 viste le sue peculiarità. Per riconoscerlo, occorre svolgere esami per controllare se la persona è sensibile agli anticorpi autoimmuni, se sono presenti e in che misura e se è assente sovrappeso. Si tratta, comunque, d’indicazioni, poiché manca ancora un protocollo specifico di riconoscimento della malattia e non si esclude un’insorgenza in età superiore ai 50 anni. Per combatterlo, i medici mirano a ritardare il più possibile il degrado delle cellule Beta, favorendo la loro conservazione attraverso l’uso di basse dosi di insulina, anche se non si esclude l’uso di ipoglicemizzanti orali. L’obiettivo è di ritardare l’esordio tipico del diabete di 1 tipo e le complicanze cardiovascolariche potrebbero derivarne.
Il diabete MODY (ingl. Maturity Onset Diabetes of the Young-Diabete a insorgenza matura nei giovani) è una forma patologica derivante da una mutazione genetica nelle cellule delle isole di Langerhans, per cui la produzione insulinica è alterata. Si presenta in pazienti con generazioni precedenti di casi di diabete di 2 tipo e insorge prima dei 25 anni. Oltre a ciò, si controlla la necessità di insulina o meno entro i due anni dall’esordio, l’assenza di cellule autoimmuni e la familiarità con il diabete da parte della famiglia. Oggi, è anche possibile ipotizzare l’uso di test genetici specifici, ma in genere, questa forma si scopre attraverso i consueti esami di sangue e l’analisi dei casi di diabete di II° tipo in famiglia. Al pari del diabete adulto classico, questa forma può restare silente per lungo tempo e venire casualmente scoperta, senza escludere che i sintomi possono accelerare fino a comportare l’uso di ipoglicemizzanti orali o insulina nei casi più gravi. Non esiste una forma unica, ma se ne conoscono almeno 6, ciascuna riguardante una particolare mutazione delle cellule Beta, ma tutte rendono irregolare la produzione di insulina.