Per misurare la glicemia, esistono in commercio dispositivi conosciuti come glucometri, cioè misuratori di glucosio. Questi glucometri prodotti da diverse marche nei più svariati modelli, offrono una fedeltà di valori abbastanza alta da essere considerati affidabili. D’altronde, un dispositivo che sbaglia di 50 punti, è pericoloso perché può far apparire una falsa glicemia. Ciò può spingere la persona a fare insulina suppletiva o a prendere zucchero quando non ce n’è necessità con i danni che si possono immaginare. Perciò, è sempre bene avere più di un glucometro a disposizione e di più marche. Oggi, un moderno glucometro misura la glicemia in meno di 4 secondi quanto 30 anni prima occorrevano 45 secondi o più, mentre le dimensioni si sono ridotte fino a poter essere contenuti in un pugno. Il funzionamento è simile in tutti, poiché si usa una striscetta reattiva che è inserita nel glucometro al termine di una breve procedura. Si mette il sangue dei capillari nella striscetta o si lascia che la prenda, poi si attiva il conto alla rovescia per i secondi stabiliti dal costruttore fino al responso. Per i microprelievi della misurazione glicemica, le mani sono l’organo più usato, sia per comodità sia per la purezza del campione ottenuto rispetto al sangue prelevato in altre parti del corpo. Ciò avviene perché il sangue dei capillari delle dita sono più filtrati in ragione della disposizione del corpo, poiché le mani costituiscono le estremità, dove il sangue arriva già filtrato. Una glicemia è considerata ideale se oscilla tra i 75 mgl e 120 mgl, una con un valore al di sotto dei 75 mgl è ipoglicemia, mentre una al di sopra dei 120 mgl, è iperglicemia.
È diffusa la tendenza da parte delle case costruttrici e delle farmacie distribuire questi strumenti in forma gratuita, poiché i glucometri hanno bisogno di striscette reattive per funzionare. Perciò, il vero mercato è dato alle striscette e dal loro costo al pubblico. Il problema di questo strumento è che il valore dato è sono momentaneo e si ignora l’andamento glicemico, per intuire il quale, occorrono più prelievi a intervalli regolari. Se a questo si aggiunge che per avere un buon controllo dell’andamento glicemico giornaliero, occorrono almeno 8 controlli, tutti con pungidito e strisce, si comprende come questo sistema invasivo sia poco amato dagli utenti. Ciò contribuisce alla non accettazione della patologia e al rifiuto di fare i controlli necessari da parte dei pazienti. L’insulina artificiale, invece, si acquista esclusivamente nelle farmacie sotto forma di penne caratteristiche o di flaconi. Le insuline artificiali sono prodotte attraverso procedimenti industriali e si dividono in ultrarapide o rapide, intermedie e lente. Le insuline ultrarapide non durano più di 3-4 ore e coprono la necessità di metabolizzare i carboidrati semplici e complessi che s’ingeriscono durante il pasto. Le rapide svolgono la stessa funzione delle ultrarapide ma coprono periodi più lunghi (circa 6-8 ore), così da garantire una miglior copertura, seppur presentino una flessibilità di impiego minore a causa della durata temporale. Le insuline intermedie coprono dalle 16 alle 20 ore e hanno il compito di garantire una copertura basale a metà tra le ultrarapide e le lente, tanto che occorre in alcuni pazienti operare due iniezioni al giorno. Le lente, invece, coprono le 24, garantendo una copertura basale molto alta, perciò è sufficiente una sola iniezione. Le insuline sono il farmaco indispensabile per la conservazione della persona insulino-dipendente, senza la quale non c’è modo di sopravvivere.