Uno degli strumenti più avanzati a disposizione per la cura in autonomia della persona con diabete è il microinfusore. Si tratta di un dispositivo a doppia funzione, basale e bolo, cioè è in grado di erogare la stessa insulina sia in modalità basale nelle 24 ore così come i bili per i pasti ordinari o straordinari che siano. Questo dispositivo utilizza prevalentemente un’insulina ultrarapida, che è somministrata in quantità stabilite col medico diabetologo quando è in modalità basale. Ovvero, è iniettata dall’usufruitore da solo in modalità bolo, quando deve fare un pasto, contando i carboidrati semplici e complessi che siano. I microinfusori moderni sono strumenti dotati di diverse funzionalità, ideate per consentire al portatore una flessibilità maggiore rispetto alle penne. Dispongono di algoritmi in grado di prevedere le ipoglicemie interrompendo l’erogazione dell’insulina in modalità basale. I micro e i loro sensori più moderni possiedono algoritmi in grado di prevedere anche le iperglicemie, ragion per cui iniziano a rilasciare micro boli di insulina per impedire i picchi iperglicemici. Col micro, si possono programmare fino 48 schemi basali, per offrire al paziente il più ampio ventaglio di possibilità rispetto alle penne dove questa flessibilità è essente. Il bolo, inoltre, può essere rilasciato in un’unica soluzione o frammentato nel tempo. Se la dose è unica, una volta programmata, il micro la rilascia tutta in un’unica soluzione, anche se può essere interrotta in qualsiasi momento dal portatore. Se la dose è frammentata, si può scegliere se usare l’onda doppia o l’onda quadra. In modalità onda doppia, una parte della dose è rilasciata subito e l’altra distribuita in un lasso di tempo secondo le esigenze della persona. In onda quadra, la dose è rilasciata nel lasso di tempo deciso dal portatore, senza rilasci immediati d’insulina.
L’uso dell’insulina in tutti i casi avviene per via cutanea, cioè si usa l’agocanula in dotazione al micro per forare la pelle e arrivare al muscolo, dove s’inietta la quantità di medicinale voluta. Il micro, per chi lavora, è in grado di fornire una libertà inusitata a chi lo usa, perché non dipende da orari severi ai pasti. Tuttavia, il micro ha un valore limitato se non è accoppiato con un sensore. Questo è un dispositivo fornito di un filamento sensibile al glucosio che è messo in contatto con il sangue interstiziale del corpo umano. Per inserirlo, si usa un apposito dispositivo per far penetrare il filamento dentro la cute. Questo filamento registra le oscillazioni del glucosio nel sangue interstiziale, dando un continuo aggiornamento al microinfusore collegato che mostra queste oscillazioni anche con frecce indicanti rialzi o ribassi anche repentini. Ciò permette all’utilizzatore di intervenire per neutralizzare i picchi al ribasso o al rialzo, contribuendo a tenere la glicemia nella media. Seppur la precisione non sia una costante di queste rilevazioni, gli andamenti segnalati sì, permettendo all’usufruitore di prendere tutte le misure del caso. Ogni sensore ha una durata, di norma, che non supera i 6 giorni e hanno un costo non indifferente. Tuttavia, offre la possibilità di sfruttare al meglio il microinfusore, contrastando gli eccessi e allontanando le complicanze, in particolare dai 40 anni in su.
Esistono poi, dei sensori non legati ai micro, ma che funzionano indipendentemente dai micro stessi. Si tratta di sensori che misurano la glicemia 24 ore su 24 e che hanno una durata di funzionamento costante di 10 o 14 giorni, a seconda i modelli, e che sono innovati continuamente con modelli più potenti. Alcuni di questi non si collegano ai micro, altri possono farlo perché predisposti da accordi tra i produttori di sistemi diversi ma non incompatibili per principio. Tutti possiedono un app che li integra allo smartphone, permettendo a chi ne usufruisce di seguire gli andamenti glicemici e ricevere per i modelli più avanzati allarmi su ipo o iperglicemie.