Janusz Korczak fu un importante pedagogo e scrittore ebreo polacco dell’età moderna, morto durante gli stermini nazisti a Varsavia. Il progetto Janusz Korczak nacque dall’esigenza di trovare delle prove delle cattive abitudini alimentari della popolazione che facilitano la diffusione del diabete adulto tra la popolazione, individuando possibili forme di contrasto sul territorio. Questo compito viene lasciato alla classe appartenente al corso I del Liceo “Danilo Dolci” che faceva alternanza con l’associazione. La classe si era già distinta al primo anno di alternanza per aver preparato una lettera al preside. Nella lettera, la classe chiedeva la sostituzione di parte dei distributori di merende con macchinette spremiagrumi, poiché le prime fornivano cibi grassi e zuccherati a danno della salute. Tale richiesta fu accolta dal preside e si ebbe una parziale sostituzione dei distributori. Galvanizzate da questo successo, le ragazze si sono dedicate con impegno nel nuovo compito affidatole, magistralmente guidate dalla loro coordinatrice prof.ssa Patrizia Giambanco. L’attività consisteva nell’operare in due asili privati gestiti dalle cooperative “Magic School”, uno a Ficarazzi e l’altro a Villabate. In questi due asili, le studentesse avrebbero seguito le disposizioni vigenti e avrebbero vissuto le loro ore di alternanza osservando le abitudini dei bambini e cooperando con le maestre degli istituti. Dopo un periodo di rodaggio, le studentesse si abituarono alle severe regole in vigore e iniziarono il loro lavoro, prendendosi gli elogi della responsabile a fine progetto per la correttezza del comportamento.
Il quadro che ne emerse, è realmente preoccupante e i cattivi stili alimentari sono strettamente legati alla pressione lavorativa vissuta dalle mamme e da un’ignoranza generale sull’alimentazione che, al momento, non trovano soluzione. Per conciliare orari di lavoro e di scuola, i genitori si rivolgono a cibi grassi e, spesso, preconfezionati, ignorando alimenti per merenda come la frutta. Questi cibi preconfezionati hanno il vantaggio di essere immediatamente disponibili anche perché già preparati, mentre l’impatto con la salute viene, spesso, trascurato. Ciò dipende anche da una superficialità nella conoscenza dei cibi tale da rasentare l’ignoranza. In questo quadro, non mancarono gli eccessi, come il caso in cui nel biberon di una bambina di 3 anni che conteneva coca-cola al posto del latte. La scuola, conscia del pericolo per la salute dei bambini che l’istaurazione di queste abitudini avrebbe provocato sulla loro salute nel corso del tempo, aveva adottato da tempo dei provvedimenti. Una dietista preparava una dieta settimanale che era consegnata alla cuoca che la eseguiva, mentre la scuola stessa acquistava gli alimenti previsti. I bambini, così, potevano mangiare frutta e ortaggi, disciplinando anche l’uso dei primi e dei secondi. Non solo, ma nel tempo la direttrice Miceli aveva promosso campagne di avviso sull’alimentazione corretta presso le famiglie e il divieto all’uso di bevande gasate nei biberon o in bottigliette. Come utile complemento, le partecipanti al progetto hanno potuto osservare l’interazione tra bambini e maestre, la struttura della scuola, il rispetto delle regole e della gerarchia. Inoltre, hanno potuto valutare l’applicazione delle teorie studiate a scuola nell’asilo, come quelle della Montessori.
A fine progetto, le osservazioni svolte dalle studentesse hanno confermato dal basso gli allarmi dell’Oms sulla salute dovuta alle cattive abitudini alimentari, poi ripetute e rivedute dal piano nazionale anti-obesità. Infatti, l’uso di cibi grassi e di bevande gasate provoca obesità nell’infanzia e nell’adolescenza, in particolare chi ha parenti già diabetici di 2° tipo, perciò esiste già una predisposizione. Non è un caso, che i casi di obesità si siano moltiplicati nel corso di questi anni generando anche problemi di postura e di iperinsulinemia nelle scuole primarie e secondarie di primo grado. Questi problemi derivano dai ritmi lavorativi, o meglio, dal disordine lavorativo che si somma con quello della gestione della casa. Il rispetto degli orari è sacrosanto, ma prima le donne, in prevalenza, gestivano la casa e le colazioni, ora molte donne lavorano come i loro mariti, perciò anche loro sono pressate dagli orari. Questo riduce i tempi di preparazione o ne richiedono di nuovi che non sempre le famiglie moderne, spesso lasciate sole da troppi punti di vista, possono adottare. Inoltre, i cibi grassi già preparati o quelli precotti sono molto facili da procurarsi e da gestire perché già confezionati e perché sono più studiati per piacere. Questa preparazione richiede, però, l’uso di sostanze grasse e/o zuccherate che non fanno bene alla nostra salute. Quest’uso eccessivo è anche dovuto all’ignoranza dei principi alimentari che non sono conosciuti, cosa che fa ignorare i pericoli per la salute. Nelle scuole ospitanti questi aspetti della salute sono tenuti in gran considerazione ma per iniziativa e sensibilità della direttrice. Si tratta di un’eccezione rispetto al panorama attuale, dove la prevenzione nelle scuole si riduce in convegni e incontri teorici con scarse ricadute pratiche.
Una parte degli studenti per motivi logistici ha operato a Villabate e Misilmeri in un altro istituto privato, mirando alla realizzazione di uno spettacolo teatrale che coinvolgesse i bambini e le famiglie dedicato alla prevenzione dell’alimentazione. In pratica, lo spettacolo serviva a fornire indicazioni utili alle famiglie sulla prevenzione alimentare in modo, però, costruttivo e basato sui più piccoli. Da qui, l’uso di canzoni, frasi e testi dedicati ai bambini aventi come tema l’alimentazione, come il titolo del progetto indicava. Il lavoro è stato particolarmente duro e impegnativo per chi vi ha partecipato, ma il risultato si è visto nello spettacolo organizzato ai primi di giugno che ha riscosso il successo del pubblico. Seppur di successo, l’esperienza è durata solo per il 2017, poiché difficoltà logistiche di altra natura e l’avvio del Mellitha hanno interrotto la collaborazione. La classe, comunque, ha svolto in pieno i compiti assegnati in tutti i lavori svolti. Questo, sommato all’iniziativa della lettera, ha permesso a ciascuno di loro di vedersi assegnata la medaglia di prima classe dell’associazione, “Renzo Meo”, il 30 maggio 2018. La motivazione è stata di aver contribuito a salvare decine di vite grazie alle iniziative che hanno prevenuto il diabete di 2° tipo.