La neuropatia diabetica è tra le complicanze più pericolose, poiché la perdita della vista comporta serie limitazioni socio-economiche, vista anche la maggiore frequenza di poterla sviluppare nei pazienti con diabete di tutti i tipi. Questa complicanza può essere prevenuta dietro controllo oftalmologico (dal greco ὀφθαλμός-occhio) completo prescritto dal medico curante o dallo specialista diabetologo una volta l’anno. Tale prudenza non è superflua, perché gli occhi possiedono una fitta rete di capillari che lo alimentano. Le iperglicemie costanti corrodono la parete cellulare dei capillari che non possono più selezionare efficacemente i nutrienti e regolare il flusso sanguigno al loro interno. I capillari, resi fragili, si allargano, indebolendo le pareti (microaneurismi), mentre la circolazione sanguigna diminuisce. si creano, così, micro-aree ischemiche (prive di flusso sanguigno) ove manca il nutrimento, spingendo il corpo a crearne di nuovi che, però, sono ancora più fragili, portando al sanguinamento, invadendo la retina stessa. Quando queste micro-emorragie si riassorbono, compare del tessuto fibroso simile a quello creato dalle cicatrici. Questo tessuto irrigidisce le strutture vascolari della retina, cosa che comporta una trazione continua che provoca strappi alla retina stessa, compromettendo la capacità visiva. Questa fase è definita retinopatia proliferante. A questo punto, è questione di tempo ma il destino della retina è compromesso. per individuare problemi all’occhio, si possono fare degli esami come la fluoro-angiografia retinica. Per impedire che tale complicanza all’esordio faccia danni, occorre abbassare i livelli iperglicemici nel sangue, non dimenticando a controllare anche l’eventuale ipertensione perché l’aumento di pressione sanguigna facilita le micro emorragie. Quando conclamata, si può ricorrere alla terapia laser che non permette il recupero delle parti perdute, ma può salvaguardare la capacità visiva residua.